CARATTERISTICHE CERTIFICAZIONI Vino Biologico e Biodinamico (Demeter) Fermentazioni spontanee Rifermentato con il suo mosto SENZA SOLFITI aggiunti Senza sboccatura con FONDO Stabilizzazione tartarica naturale Senza aggiunta di zuccheri nella presa di spuma
LUNARIA ANCESTRALE
Malvasia ORANGE SPUMANTE
SPUMANTE BIODINAMICO e BIOLOGICO con fondo di fermentazione spontanea
La Malvasia è un vitigno dalla storia unica. Il suo nome deriva per contrazione del nome della città greca di “Monemvasia” situata nel Peloponneso e significa “una sola porta”, in quanto il porto di accesso alla rocca aveva una sola entrata. Il nome Monemvasia è stato italianizzato in “Malvasia” dai veneziani che cominciarono ad importarlo tra il 1500 e il 1700. Grazie a loro la Malvasia si è diffusa in tutta l’area del Mediterraneo dove a seguito di incroci con vitigni locali, ha dato vita a diversi vitigni dal nome Malvasia (Istriana del Lazio, di Bosa delle Lipari e altri). In merito l’ampelografo Di Rovasenda (1824-1913), scriveva “[…] dovrebbero dirsi Malvasie solo quelle uve profumate che hanno il sapore di moscato […] Sono però troppe le uve a sapore semplice chiamate Malvasie […] nome che portano indebitamente”.
Forma di allevamento Tendone o pergola abruzzese (nel dialetto locale “la capanne”). Forma di allevamento espansa tradizionale del territorio caratterizzata da una bassa densità di piante per ettaro (1.100-1.600), che asseconda la naturale armonia dell’espansione e dello sviluppo vegetativo delle radici, dei grappoli e delle foglie. Nella “capanne” la raccolta e la potatura sono esclusivamente manuali e strettamente legate al vignaiolo e alla sua piccola proprietà contadina.
Tipo di terreno Terreni profondi argillosi con venature calcaree.
Altitudine Vigneti coltivati a 400-500 m s.l.m.
Tipo di conduzione agricola Biodinamica con certificazione biologica e DEMETER. La coltivazione biodinamica è importante per la vita microbiologica del vigneto e fondamentale nella fermentazione spontanea di un vino biodinamico. L’uso di fungicidi convenzionali indeboliscono le popolazioni di lieviti e rendono molto difficile la fermentazione spontanea. L’originalità e la singolarità del vino biodinamico è il suo legame al luogo e alle condizioni climatiche dell’anno. La biodinamica restituisce al vino il luogo di origine, definito dai francesi come “Terroir” (territorialità).
VINO SPUMANTE MALVASIA ORANGE Brut Nature
– IL VINO ORANGE Deriva dalla tecnica ancestrale di vinificazione tipica delle nostre campagne caratterizzata dal prolungato contatto delle bucce con il mosto che donava al vino sapori e colori inusuali. Tecnica sparita con l’avvento dei nuovi macchinari di cantina che eliminano le bucce prima della fermentazione. Nella Malvasia Orange Lunaria Ancestrale le bucce vengono lasciate a macerare da due a tre giorni con il mosto senza controllo termico, senza aggiunta di solfiti e fermentati con lieviti naturali dell’uva. Durante la macerazione i tannini vengono estratti e questi conferiscono al vino la struttura di un rosso. I vini “Orange” che non sono né bianchi, né rosati e né rossi (quarto colore del vino) meritano una categoria a parte. Il vino “Orange”, come il vino rosso, contiene molto più sostanze antiossidanti del vino bianco. Questo perché fermentando il mosto dell’uva bianca a contatto con la buccia e i semi si ottiene l’estrazione dei polifenoli (resveratrolo) che funzionano come anti ossidanti nel corpo umano. Uno studio ha rilevato che il vino bianco prodotto tramite questo processo di macerazione ha un’attività antiossidante sei volte maggiore rispetto al vino bianco standard. La sua attività antiossidante è simile a quella del vino rosso.
La tecnica di spumantizzazione ancestrale si basa sulla fermentazione in vasca bloccata a un tenore di zuccheri (raffreddamento del mosto a 6°C e 18g/lt di residuo zuccherino) che garantisce dopo l’imbottigliamento la presa di spuma senza l’aggiunta di saccarosio. Il vino rifermenta in bottiglia e la maturazione dello spumante avviene “sur-lie” ovvero sui propri lieviti che danno un aspetto velato e opaco, in contrasto con la brillantezza e la luminosità delle bollicine degli spumanti convenzionali. LO SPUMANTE OTTENUTO CON LA “TECNICA ANCESTRALE” NON È DA CONFONDERE CON GLI SPUMANTI BRUT NATURE, PAS DOSÉ O DOSAGGIO ZERO IN QUANTO QUESTI PREVEDONO L’AGGIUNTA DI SACCAROSIO IN RIFERMENTAZIONE PER LA PRESA DI SPUMA.
– RIFERMENTATO CON IL SUO MOSTO La rifermentazione in bottiglia e la conseguente presa di spuma avviene grazie agli zuccheri residui naturali presenti nel vino e non prevede l’aggiunta di saccarosio come nel metodo Charmat e Champenois. La tecnica ancestrale è difficile da applicare nelle zone fredde dove le uve non raggiungono una maturazione in grado di sviluppare nella rifermentazione i 12,0-12,5% di alcol e dove allo scopo si ricorre all’aggiunta di saccarosio. È quindi da considerarsi una tecnica di spumantizzazione delle zone calde basata sulla raccolta di uve mature (che hanno assorbito tanta energia dal territorio) invece delle uve immature degli altri metodi (Charmat e Champenois).
VINO SPUMANTE caratterizzato da:
– FERMENTAZIONI SPONTANEE La vinificazione si affida alla forza e alla salute del vigneto per ottenere grandi uve coperte di lieviti indispensabili per la fermentazione spontanea.
– SENZA SOLFITI AGGIUNTI (inferiore a 10 Mg-lt) Lo spumante biodinamico ha poco bisogno di conservanti, le sue uve possiedono già tutti gli elementi necessari per stabilizzarsi e conservarsi naturalmente nel tempo. La fermentazione spontanea non può essere condotta in presenza dei solfiti; aggiungerla sulle uve o nei mosti in cantina significa eliminare le tante famiglie di lieviti indigeni presenti sulla buccia che sono la base fondamentale di ogni vino biodinamico. Un vino di grande complessità ha bisogno di quanti più lieviti possibile.
– SENZA SBOCCATURA CON FONDO Non effettuando la sboccatura, questi vini si presentano torbidi con sentori olfattivi di crosta di pane più accentuati legati a una maggiore presenza di lieviti. Una bollicina immortale in continua evoluzione, ogni bottiglia è unica e giorno dopo giorno matura si esalta e si esprime. Il miglior modo per far esprimere al meglio questo vino spumante è quello di conservare la bottiglia in piedi, in modo da far sedimentare le parti solide. Lo spumante con fondo fermentazione è la genuina trasparenza di proporre uno spumante che non ha avuto aggiunte: “solo uno spumante biodinamico, che per disciplinare non prevede aggiunte, può essere bevuto non filtrato”.
– STABILIZZAZIONE TARTARICA NATURALE Trovare sul fondo di una bottiglia dei piccoli cristalli? Sono innocue precipitazioni di tartrati e significano che il vino “ha sentito il freddo”. In biodinamica non sono ammessi trattamenti fisici (refrigerazione) e chimici. Il freddo invernale e il tempo stabilizzano naturalmente il vino. La tecnica di stabilizzazione tartarica convenzionale, che prevede la refrigerazione del vino a -5/-6°C per 6/7gg, porta a un notevole consumo energetico al solo scopo di evitare la presenza di qualche milligrammo di innocui cristalli di tartrato nel vino.
In degustazione Bollicina: non invadente, persistente. Profumo: dotato di un corredo aromatico ricco e complesso. Ampio spettro di terpeni floreali su sfondo delicatamente speziato e note erbacee e di idrocarburi. Colore: oro antico con bagliori di arancio Gusto: fresco e aromatico l’assaggio, di buona lunghezza e gradevolmente sapido.
Abbinamenti Questo spumante può essere proposto da solo come aperitivo, antipasti e crudi di pesce, crostacei ma anche da sorseggiare in abbinamento a risotti o paste delicati, primi e secondi piatti a base di pesce.
Temperatura consigliata 6-8°C
In servizio Dipende molto dal gusto personale. Si può versare il vino nel bicchiere lentamente per non intorbidirlo oppure rimettere in sospensione i lieviti capovolgendo la bottiglia. Importante comunque è usare “il fondo” che è la parte che dona profondità, spessore e distintività al vino (terroir e vitigno).
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